L’approccio Craniosacrale Biodinamico è orientato a contattare e sostenere la forza vitale presente in ogni individuo. Si rivolge alla percezione dei ritmi e flussi dell’energia vitale più lenti e profondi, e alla loro interazione con la Quiete Dinamica.

Il lavoro Biodinamico porta in primo piano la presenza alla dimensione dell’Essere nell’individuo. La presenza alla dimensione dell’essere consente di osservare la persona, la personalità, i suoi schemi psicosomatici e le costellazioni difensive da un luogo di intrinseca chiarezza, neutralità e amorevolezza.

“La Biodinamica Craniosacrale  nasce dall’osservazione di come la natura si auto-regola, il professionista si orienta alle forze organizzatrici naturali, ricontattando l’equilibrio profondo della persona”  spiega Luisa Brancolini, Direttore Didattico del Centro Studi per le Discipline Bio-Naturali Na.Me e Presidente dell’Associazione CranioSacrale Italia “La vitalità viene percepita come una forza che abbiamo dentro di noi, che si esprime come un  Respiro Primario, con due diverse fasi, come una sorta di onda o marea. La vitalità è una forza intelligente, creatrice e rigeneratrice che il professionista impara a percepire nell’essere del ricevente come un fenomeno sensoriale sensibile. La Respirazione Primaria genera e mantiene la nostra struttura, forma e fisiologia psico-fisica. Il professionista craniosacrale biodinamico si pone in un ascolto consapevole del ricevente e così facendo genera una campo di accoglimento e di sostegno in cui, insieme alle proprie capacità e metodologie professionali specifiche, più facilmente si risolvono le forze che inibiscono l’espressione del suo Respiro Vitale”.

Da millenni nelle tradizioni orientali di pratica con il corpo si riconosce l’esistenza e l’importanza di una forza vitale che mantiene e governa l’omeostasi. Viene spesso chiamata “energia” anche se questo termine non fa onore alla complessità e profondità del fenomeno che nel craniosacrale viene approfonditamente studiato.

Il fondatore dell’osteopatia A.T. Still (1828-1917) e in seguito il suo allievo Dr. W.G. Southerland, riconobbero la presenza e l’importanza di sottili impulsi ritmici nella fisiologia e ne studiarono la profonda relazione con le manifestazioni dell’omeostasi e della disarmonia.

Il Dr. Southerland a seguito di una lunga e minuziosa ricerca comprese che il movimento delle ossa craniali è indissolubilmente connesso al movimento ritmico di tessuti e di fluidi al centro del corpo, quali: il liquido cerebrospinale, il Sistema Nervoso Centrale, le membrane che circondano e suddividono il Sistema Nervoso Centrale e l’osso sacro. Grandi luminari come il Dr. Rollin E. Becker (1919-1996) e Viola Fryman svilupparono successivamente il concetto craniale e condussero una vasta ricerca e pratica clinica convalidando questo tipo di approccio e la sua efficacia. Fu solo negli anni ‘70 che il Dr. Upledger, sulle tracce dei suoi predecessori, divulgò, ad un pubblico non-medico, l’insegnamento delle conoscenze che permettono il riequilibrio del “Respiro Primario”, definendola Terapia Cranio Sacrale. Importanti ricercatori e praticanti dagli anni ‘80 a oggi come Michael Kern, Franklyn Sills, Michael Shea ed altri hanno sviluppato la Terapia Cranio Sacrale classica per fondare una modalità di lavoro detta: Craniosacrale Biodinamico.

Nell’approccio Biodinamico del lavoro craniosacrale questi ritmi, chiamati “Respirazione Primaria”, rappresentano la fondamentale espressione della nostra vitalità ed equilibrio e vengono ripristinati attraverso modalità di contatto non-direttive in cui i fattori principali di azione sono costituiti dal sostegno, dall’ascolto profondo e da una qualità di presenza energetica appropriata.

Eventi traumatici, fisici ed emotivi sono sempre associati ad un’esperienza che altera i nostri schemi propriocettivi, modificando le tensioni nel tessuto connettivo, lo stato di attivazione del sistema nervoso e le dinamiche dei fluidi nelle singole parti interessate e nell’intero corpo.

L’intenzione del lavoro craniosacrale è quella di facilitare la risoluzione di questi schemi di restrizione lavorando con il sistema dei fluidi del corpo, prestando particolare attenzione a quelli del Sistema Nervoso Centrale e del tessuto connettivo. Ciò avviene con il delicato contatto delle mani, attraverso le quali l’operatore supporta ed incoraggia il riemergere di un’espressione equilibrata della “Respirazione Primaria”.

  • Il lavoro Craniosacrale può rivolgersi e svolgersi in relazione ai bisogni della persona: dolori, disagio, situazioni di squilibrio acute o croniche, stress emotivo, più semplicemente, l’aumento dell’equilibrio e della vitalità.
  • L’obiettivo primario della formazione craniosacrale è sviluppare abilità percettive, sensoriali e palpatorie che permettano di ascoltare i ritmi sottili del corpo e di qualsiasi schema di inerzia o di restrizione, correlate a  capacità di accompagnamento verbale nella elaborazione di esperienze su un piano oltre che fisico anche emozionale e personale.

La disciplina Craniosacrale è così delicata che è adatta a bambini ed anziani, e anche agli adulti in cir-costanze acute o delicate. In quanto disciplina olistica, il trattamento può aiutare in quasi ogni condizione. Aumenta la vitalità e facilita il processo di autorigenerazione del corpo.

Il lavoro può essere molto distensivo, di gioia, di movimento o anche può far emergere aspetti psicosomatici rimossi che sono pronti ad essere superati. Gli operatori craniosacrali sono tenuti ad inviare ai professionisti di pertinenza (psicologi, fisioterapisti, medici, etc) quelle persone che si presentano con problematiche fuori dal campo di pertinenza del supporto vitalistico ed olistico.

A volte i benefici sono immediatamente osservabili, altre volte invece diventano evidenti col passare del tempo. Solitamente le sessioni durano 60 – 90 minuti.